sabato 10 aprile 2010

Radio Varese


Radio Varese fu un’esperienza per molti di noi fondamentale, capace di mettere in contatto esperienze umane sparse sul territorio che avevano bisogno di un’occasione per incontrarsi e conoscersi. Almeno per quanto riguarda la prima versione della Radio, quella nata nel 1976 e conclusasi con la polemica e politica dimissione di alcuni di noi circa un anno dopo, fu un esperienza positivamente devastante che lasciò un segno indelebile nelle nostre vite.
Dispersi in quella parte degli anni ’70 a cavallo tra utopie e movimento, si cercava di riporre la nostra creatività e la nostra voglia di vivere al di fuori di gruppuscoli, partiti e slogan e così qualche nome da giungla come Tambo, Zambo, Dundo, Bongo si trovarono a fianco ad un inatteso concentrato della sinistra rivoluzionaria varesina, l’anarchico Roberto, lo stalinista Nedo e il gramsciano Chico. Più che per le idee politiche, il gruppo si solidificò per la militanza nella Radio e per l’amore verso i linguaggi musicali americani, Woody Guthrie e il folk, il blues, il jazz e soprattutto il rock. Non sembrava vero ai nostri di potere “praticare” tranquillamente i propri gusti e miti lontano dalla fastidiosa spocchia dei “professorini” della politica, forgiati in quel grigissimo Marx-Lenin-Mao Tze Tung pensiero che faceva di un disco dei Grateful Dead un pericoloso nemico dei proletari del mondo. I “gerarchi” della sinistra rivoluzionaria organizzata non vedevano di buon occhio questi renegades, li consideravano alla stregua dei freakkettoni. Troppo anarchici, troppo indisciplinati, troppo snob con quei loro dischi strani di importazione che arrivavano dal cuore dell’imperialismo americano.

Ai nostri piacevano le teste da morto dei Grateful Dead, quegli “scoppiati” degli Stones, quel tossico androgino di Lou Reed, quei buzzurri della Allman Brothers Band e dei Lynyrd Skynyrd che osavano suonavano con la bandiera sudista alle spalle. Roba da scomunica, roba politicamente scorretta, roba da compagni che sbagliano.
Il problema è che i duri e puri della politica stavano sulle palle anche ai nostri, che consumate le rispettive esperienze gruppettare trovarono in Radio Varese l’occasione per poter affermare quanto non era mai stato possibile all’interno del movimento ovvero che si poteva essere di sinistra e contemporaneamente ballare coi Creedence Clearwater Revival e i Rolling Stones. Radio Varese divenne ben presto l’unica radio libera dell’Occidente occupato non solo per la sua collocazione “non allineata” a sinistra ma anche per l’indipendenza culturale verso i blocchi mentali della sinistra più o meno ufficiale.
E così Waiting For My Man e Jessica riempirono l’etere senza vergogna, creando uno zoccolo duro di rock che dalle trasmissioni specializzate invadeva anche le fasce orarie e gli interstizi tra le trasmissioni più serie e i notiziari. Non si era politically correct ma la rivoluzione fu proprio quella di cadenzare l’informazione e i dibattiti con il rock n’roll, per di più di matrice americana.
C’era Scatola Calda di Zambo al pomeriggio, il blues del reverendo Skala, il jazz-rock di Bongo, il country-rock in odore di West Coast di Girompini, i nuovi american songwriters di Gaucci che per primo portò in radio Tom Waits, Gigi Prevosti con le sue scelte eclettiche, Bolotto coi figli di Jackson Browne ma anche chi, della redazione, “riempiva i buchi” come Tambo non perdeva l’occasione di mettere Jessica o Ramblin’ Man.
Il pubblico recepì, la Casa del Disco cominciò a farsi grande da lì e Carù Dischi aumentò le vendite del genere, entrambi interessati alla pubblicità sulla radio e concerti, oggi impensabili per Varese, come quello di Bruce Cockburn fecero il tutto esaurito. Certo la mano dei nostri non era di quelle leggere se anche uno sbarazzino e un po’ ruffiano programma di musica a richiesta per casalinghe aveva come sigla Rock n’ Roll di Lou Reed ovvero un pezzo di dieci minuti dal vivo di assoluta violenza elettrica.
Altri tempi, assurdamente più free di questi. Si scopriva un mondo musicale che neppure i giornali specializzati dell’epoca (Ciao 2001 perchè il Mucchio Selvaggio dove nascere di lì a poco) trattavano. Radio Varese legittimò il rock (e naturalmente altri idiomi) al di fuori di una ristretta cerchia di carbonari, creando curiosità e cultura oltre che piacere. Un mondo distante anni luce da quello odierno dove lo stesso termine è usato per identificare una realtà di gossip e scemenze fatta di video insulsi, di canzoni che durano un mese, di produzioni tanto laccate quanto inesistenti e dove il rock sembra essersi trasformato nelle pistolettate dei rapper, nel culo di Jennifer Lopez, nei capricci di Mariah Carey nelle liti degli Oasis.

(MAURO ZAMBELLINI 2003, dal libro "Radio Varese 100 e 700 L'Unica Radio Libera dell'Occidente Occupato" - continua su Zambo's Place)

4 commenti:

  1. ....trasformato nelle p.....
    ma questo è lo specchio dei tempi,purtroppo !
    torniamo alla Musica :
    ieri sera mi son goduto Elliott Murphy e la sua band di normanni ,con un certo Jack Hardy in apertura di serata .
    What's Oasis, J.Lopez etc etc ?

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  2. Ciao zambo anch'io sono passato di li'...e per fortuna ne porto ancora le..conseguenze..ciao,
    Vanni

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  3. Zambo, fa piacere leggerti dopo tanti anni. Concordo con tutto quello che dici. In Radio Varese c'era posto anche per quelli come me che con il movimento freakkettone e la sinistra movimentista non avevano molto a che spartire. Io sono approdato a Radio Varese per occupare lo spazio lasciato da Gianfranco "Skala" e il suo Blues Power, ed ecco spiegato perché nessuno si ricorda di me. Poco male... altro "spessore", il suo. Ho imparato molto da lui e da voi. E anche se oggi siamo tuti un po' invecchiati leggo nelle vostre parole lo stesso spirito, la stessa chiarezza di idee, la stessa fantasia e creatività di allora. Mi pare evidente che nessuno di noi ha tradito le sue origini. Non parlo di politica: qui ognuno di noi ha scelto percorsi diversi. Un esempio su tutti: Bobo Maroni. Alludo alla musica. La musica di allora ci ha formati ed è rimasta nei nostri cuori. Grazie a Radio Varese, grazie a tutti voi ...

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  4. Gentilissimo signori, sono il coordinatore di un mercatino delle pulci benefico a favore dell'Associazione Alessia di Verante che opera nel campo pediatrico del Cantone Ticino e che l'anno scorso ha donato la prima autolettiga alla Croce Verde di Bellinzona per il trasporto dei bambini dal Cantone Ticino oltre il S. Gottardo per le cure particolari.
    La presidente è nata e cresciuta nel nostro paese di S. Antonino , Ticino a 7 km. da Bellinzona.Ogni sabato del mese a casa mia organizziamo un mercatino delle pulci molto particolare, in quanto si gira fra cantine, solati e corti di Via Malcantone alla ricerca di vecchi cimeli. Vi sarei molto grato se vorreste pubblicare il nostro mercatino benefico per il giorno di sabato 29 giugno, che si svolge a S. Antonino a 5 km. da Bellinzona, la capitale del Ticino, dove si svolte ogni anno il famoso Carnevale. Iniziamo alle ore l0.00 e terminiamo alle ore l8. Il ricavato va a favore dell'Associazione Alessia. www.mercatinodellepulci.ch - www.associazione-alessia.ch. vi ringrazio della collaborazione e cordialmente vi saluto. Mario Bognuda coordinatore del mercatino delle pulci di Alessia 079 408.l4.35 - 09l 850.20.9l Municipi di S.Antonino.

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